Caratteristiche generali dell’albero di Okumè o Okoumè
In questo nuovo approfondimento incontriamo un albero che ci riconduce al mogano, ma che in realtà presenta, come vedremo, caratteristiche uniche. Stiamo parlando dell’okumè o okoumè in francese (Aucoumea klaineana Pierre, 1896), noto anche con le denominazioni «Angouma, Combo combo, ozonga e Gaboon». Appartenente alla famiglia delle Burseraceae è diffuso nelle fitte foreste dell’Africa occidentale (in particolare in Gabon, in modo più limitato in Guinea Equatoriale, Camerun e Congo).
Si tratta di un albero sempreverde dalla crescita rapida e piuttosto grande, che raggiunge i 40 m di altezza e 2,5 metri di diametro del tronco, con un fusto non sempre regolare. Esso preferisce gli habitat tropicali fino ai 1400 m di altitudine, dove la «temperatura media annuale è compresa tra 23 e 26°C».
Caratteristiche tecniche e meccaniche dell’okumè
Entriamo ora nel merito degli aspetti più tecnici del nostro albero. Innanzitutto il durame si presenta con «un colore roseo più o meno carico», mentre l’alburno è bianco-grigiastro e, perciò, facilmente distinguibile dal primo. Queste tonalità rosate hanno portato ad accostare l’okumè al legno di mogano, nonostante i due alberi non siano imparentati in alcun modo.
La tessitura di questo legno è media, abbastanza fine, e la fibratura si presenta «con sensibili differenze da tronco a tronco: talora diritta, talora ondulata o addirittura intrecciata». L’okumè è un legno leggero e malleabile, con un peso specifico allo stato fresco di 650 kg/m³, il quale cala dopo stagionatura a 450 kg/m³ (con 12% C.U.).
La durezza in genere è discreta, sebbene possa variare da un tronco all’altro, con una scarsa resistenza all'urto. Pure la durabilità è discreta, benché sia superiore a quanto ci si potrebbe attendere da un legno dal peso specifico basso.
Infine, riguardo la lavorabilità dell’okoumè: l’essiccazione avviene rapidamente e senza particolari problemi; segagione e piallatura si eseguono discretamente bene; sfogliatura e tranciatura sono agevoli; l’attitudine alla verniciatura è buona.
Qualità e difetti del legno di okumè
L’okoumé è un legno resistente all’acqua, all’umidità e alle muffe ed è considerato, inoltre, il legno più idrorepellente in assoluto. La sua trama lo rende un materiale molto apprezzato sia in versioni tinte sia in laccatura, permettendo di raggiungere buoni risultati di finitura ed eleganza, quantunque l’irregolarità della fibratura possa tramutarsi, talvolta, in difetto. Accostato come visto ai “moganoidi” per il colore, il nostro legno risulta, perciò, particolarmente appetibile quando si ricercano precise caratteristiche tecniche ed estetiche ad un prezzo più abbordabile. Inoltre, confrontando i pannelli multistrato okoumè con quelli, per esempio, di pino, i primi spesso sono preferiti grazie al peso specifico inferiore, punto di forza cui si aggiungono l’ottima durabilità e resistenza anche alle alterazioni da funghi.
Nonostante le innumerevoli qualità, si segnala la presenza di resina, che non ne rende sempre agevole la lavorazione; la poca resistenza a sollecitazioni meccaniche (quali gli urti); la possibile presenza di «finissimi granuli minerali nei tessuti», nonché di piccole gallerie nerastre da Platipodi e Scolitidi nell’alburno.
In definitiva, l’okumè è apprezzato soprattutto per le sue doti di durabilità negli anni, quando esposto a fattori di rischio elevati come gli impieghi in campo navale.
Utilizzi dell’okumè
Il legno di okoumè si trova in commercio generalmente sotto forma di pannelli, i quali sono incollati con resina fenolica altamente resistente all’acqua, perciò trovano largo impiego nel settore nautico. Essi si possono utilizzare per realizzare superfici interne ed esterni come ad esempio imbarcazioni, rivestimenti, parquet, sedute esterne, serramenti, in parte minore mobili…
Legno ottimo per ebanisteria e per impiallacciature di pregio, l’okoumé in alcuni paesi è molto utilizzato nel settore edile, per la realizzazione di strutture portanti o poste a diretto contatto con agenti atmosferici.
Curiosità
L’okumè è presente in quantità abbondante in natura, eppure la IUCN Red List (Lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) lo ha inserito tra le specie minacciate (IUCN Red List), sezione “vulnerabili”. Questo perché l’okumè ad oggi non è a rischio di estinzione, ma il suo areale si è ristretto negli ultimi decenni e bisogna, dunque, verificarne la provenienza da fonti gestite in modo sostenibile.
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