Caratteristiche generali del pioppo
Torniamo a parlare di legnami, con un albero che caratterizza molti paesaggi in Europa (fino al Circolo polare), America settentrionale, Asia e Nordafrica, il pioppo (Populus Linnaeus, 1753). Il pioppo «è un genere piante di arboree della famiglia Salicaceae, che comprende una trentina di specie», per lo più dioiche (con maschio e femmina). L'altezza dei pioppi varia tra i 15 e i 30 metri e più, mentre i fusti arrivano a superare anche i 2,5 metri di circonferenza. L’età produttiva dei pioppi inizia tra i 10 e 15 anni e la loro longevità arriva fino ai 400 anni di età. Le due sezioni più importanti per noi sono Aegiros (pioppi neri) e Populus (pioppi bianchi e tremuli), entrambe presenti i Italia con diverse specie. La prima si trova soprattutto in zone umide e lungo i corsi d’acqua, dove questi splendidi alberi svolgono un’importante funzione di consolidamento degli argini. La seconda, poi, include il pioppo tremulo, che può vivere sulle Alpi fino ai 1.600 m di altitudine e sugli Appennini fino ai 1.800m, ma, talvolta, compare anche non lontano dal mare. Il nome di quest’ultimo deriva dall’effetto “tremolante” dovuto ai piccioli appiattiti, che fanno muovere le foglie in modo ancora più appariscente al minimo soffio di vento. Altra specie da segnalare è la Populus nigra “italica”, selezionata in Lombardia nel XVII sec. e riconoscibile per la chioma alta e stretta che la fa assomigliare ad un cipresso.
Caratteristiche tecniche
I pioppi sono alberi a foglie caduche dalla crescita rapida e facili da coltivare. Essi prediligono habitat sufficientemente fertili, specie argillosi, freschi e ben soleggiati (o comunque con ombreggiatura non completa), nonché con molta acqua, ma non amano i terreni stagnanti e il poco spazio. Ad ogni modo, generalmente sono alberi che si adattano bene e che non richiedono tante cure, in particolare il Populus alba, noto come pioppo bianco o argentato, forse il più resistente e longevo. In natura la diffusione avviene per seme e per polloni, ma non così nelle coltivazioni per scopi commerciali, dove si predilige la tecnica della talea, che si effettua in inverno.
La corteccia degli individui giovani è liscia, con colorazioni che vanno dal bianco fino al grigio scuro, passando per il verdastro. Sugli esemplari più vecchi, invece, la corteccia si presenta rugosa e con profonde fessurazioni. Il legno è di colore chiaro e varia da tonalità biancastre a bruno-rosate. Infine, esso si presenta a grana fine e omogeneo, tanto che «l'alburno non è sempre cromaticamente differenziato dal durame».
Tra le caratteristiche tecniche più specifiche ricordiamo: la leggerezza (~410 kg/m³); la buona stabilità e durabilità; la bassa durezza; il basso ritiro volumetrico e le caratteristiche meccaniche non eccelse (per esempio la resistenza alla compressione assiale e alla flessione è bassa, così come la resistenza agli urti).
Qualità e criticità del legno di pioppo
Il pioppo è apprezzato per molteplici qualità, tra le quali si annoverano:
l’economicità, tanto che in passato era definito il “noce dei poveri”;
raggiunge un diametro commerciale già tra i 9 e 12 anni;
la facilità di lavorazione con tutti gli attrezzi;
è un legno che si presta ad essere incollato, tinteggiato, verniciato e mordenzato;
il termo-trattamento non rischia di scurirlo troppo.
Altro aspetto fondamentale è che il legno di pioppo «può essere ridotto in fogli di ampia superficie e privi di difetti». Ciò si traduce nella possibilità di ottenere compensati esteticamente belli, dalle caratteristiche superiori a quelli realizzati con altre specie legnose.
Passando ai punti deboli, difficili possono risultare la segagione e la piallatura. Inoltre, il pioppo soffre attacchi fungini a radici e foglie (rispettivamente armillaria e ruggine), e da parte di insetti quali punteruolo, crisomela e saperda. A riguardo è importante operare una buona difesa fitosanitaria. Altro problema da non sottovalutare, sebbene raro, sono i cancri rameali, causati in presenza di eccessiva umidità. In definitiva si tratta di un legno poco resistente alle intemperie, quindi non utilizzato negli ambienti esterni.
A conclusione dobbiamo purtroppo sottolineare due criticità, che impattano a livello macroeconomico. La prima è la produzione insufficiente e in declino da alcuni decenni dei pioppeti (diffusi soprattutto in Pianura Padana), sicché non si produce abbastanza legno rispetto alla domanda di circa 3,1 milioni di tonnellate, costringendoci così all’importazione. La seconda è la mancanza di informazioni aggiornate, fondamentali per ottimizzare la filiera e ad invertire la tendenza negativa della coltivazione.
Principali usi del legno di pioppo
Alcune specie di pioppo, date le caratteristiche estetiche sono utilizzate con finalità ornamentali in parchi, giardini e viali. I pioppi, difatti, svolgono un ruolo molto importante a tre livelli: assorbimento della Co2; filtraggio/depurazione; come accennato riguardo gli argini, per la salvaguardia del paesaggio. Tra gli usi che, però, qui ci interessano maggiormente segnaliamo:
pannelli compensati, placcati e multistrati. Il compensato di pioppo evidenzia le peculiarità del legno utilizzato, ossia leggerezza, colore chiaro, elevata omogeneità con venatura appena percettibile, facilità di lavorazione, incollaggio e finitura.
paste per carta (è l’albero più utilizzato nell’industria cartaria);
pallet di legno di pioppo;
lana di legno;
cassette per ortofrutta;
produzione di fiammiferi;
produzione di biomassa dai residui della lavorazione, riutilizzabile per scopi energetici od altri impieghi industriali.
in misura ridotta per produrre segati per la falegnameria e creare mobili.
Curiosità
Sebbene populus sia una voce latina, da cui deriva l’immagine del pioppo come "albero del popolo" (tanto che un detto popolare, erroneamente lo lega al nome di piazza del Popolo a Roma), in realtà l'etimo è differente e di non facile identificazione.
Il legno di pioppo è stato utilizzato, soprattutto in epoca medievale e rinascimentale, per produrre le tavole su cui dipingere, come nel caso della Monna Lisa di Leonardo da Vinci.
La pioppicoltura è l’unica forma di arboricoltura davvero degna di nota in Italia. Essa, infatti, «con circa 80.000 ettari coltivati rappresenta l’1,2% della superficie forestale italiana (di circa 6,7 milioni di ettari), coprendo il 45-50% dell’intera produzione nazionale di legname. Ogni ettaro di pioppeti, che per il 70% circa si trovano in Pianura Padana, produce circa 15 tonnellate di legno all’anno.
Pannelli di pioppo. Ottolini Legnami a Verona
Nell’ampia offerta di pannelli compensato e multistrato di pioppo che offriamo a mobilifici, falegnamerie e privati si possono trovare i “pannelli pioppo multistrato placcati”. Contattaci per chiedere la disponibilità a magazzino, ritirare il materiale che ti serve per il tuo progetto o richiedere maggiori informazioni anche sui servizi che Ottolini Legnami mette a tua disposizione.
CREDITI FOTOGRAFICI
Wikimedia commons - Wee Jee Vee
Le altre foto sono realizzate da Ottolini Legnami.
© riproduzione riservata
Comments